26 Nov 2017
Progetti Web che funzionano
IcubER: Puntata 2 – Stagione 2
Il libro di Davide Lugli presentato nella puntata:
Gli scaffali delle librerie sono pieni di manuali e libri che parlano di Web.
Si occupano di spiegare le basi, il funzionamento delle sue componenti, per esempio come si realizza una pagina HTML. E’ possibile trovare facilmente testi che parlano di Web server e di social network, di comunicazione digitale e Web marketing.
Oggi per lavorare con il Web sono necessarie conoscenze specialistiche, se si vuole vendere online o essere indicizzati sui motori di ricerca bisogna sapere come fare, ma il Web fa ormai parte anche della nostra vita quotidiana; lo utilizziamo a casa, a scuola, per informarci, per divertimento, quasi senza rendercene conto.
Siamo letteralmente immersi nel Web
E mentre ci perdiamo in una ricerca su Google, consultiamo un itenerario sulle mappe online, parliamo con i nostri amici su Facebook, il Web continua ad evolversi. E cresce di valore e di complessità. Per emergere al suo interno (o per difendersi da tutto ciò che contiene di potenzialmente pericoloso), quello che valeva ieri, domani non sarà più così utile.
Tuttavia ci sono alcuni elementi del Web che non sono mai cambiati e non cambieranno mai. Davide, nel suo libro, li ha chiamati assiomi.
I più famosi siti Web, quelli che ottengono decine di milioni di visite al giorno e sono alla base dell’attività di alcune delle più grandi aziende del mondo, sfruttano questa conoscenza a proprio vantaggio.
Quest’opera è stata scritta con l’obiettivo di aiutarci ad individuare gli assiomi del Web in ogni circostanza, nei progetti che dobbiamo sviluppare o nella normale attività che ci troviamo quotidianamente a svolgere online. Conoscere gli assiomi significa sostanzialmente conoscere il Web e sarà sempre più utile in futuro muoversi con sicurezza al suo interno.
Non servono prerequisiti particolari per leggere questo testo, è adatto a professionisti (anche esperti), insegnanti, studenti e curiosi, ma è indispensabile la voglia di approcciarsi a questi temi con spirito nuovo, per poter scendere nella profondita dello sconfinato e mutevole Web.
Protagonisti
Davide Lugli
“Dopo aver studiato ingegneria informatica e messo le mani su più di 300 progetti Web sono sicuro che il successo online non dipende dall’idea, dal budget, dalla tecnologia o dal numero di potenziali concorrenti e clienti. Il requisito più importante per far crescere un progetto online è conoscere e rispettare le caratteristiche del Web.
Oggi lavoro per Competitoor.com, una società che si occupa di analisi dei prezzi, raccogliendo milioni di dati al giorno dai siti eCommerce di tutto il mondo.”
Glossario
INDICIZZAZIONE:
è il processo che consiste nel rendere visibile un sito per i motori di ricerca. Tramite l’indicizzazione un sito viene inserito in un database del motore di ricerca comparendo così nelle pagine di ricerca a seguito delle interrogazioni degli utenti del web.
https://www.digital-coach.it/glossario-web-marketing/
FAKE NEWS
Il termine inglese “fake news”, in Italiano notizia falsa o bufala, indica articoli redatti con informazioni inventate, ingannevoli o distorte,[1] resi pubblici nel deliberato intento di disinformare o diffondere bufale attraverso i mezzi di informazione tradizionali o via Internet, per mezzo dei media sociali.
Le notizie false sono scritte e pubblicate con l’intento di attrarre il lettore o indurlo in errore al fine di ottenere finanziariamente o politicamente – spesso con titoli sensazionalistici, esagerati o palesemente falsi – la sua attenzione.
https://it.wikipedia.org/wiki/Fake_news
IPERTESTO
Un ipertesto è un insieme di documenti messi in relazione tra loro per mezzo di parole chiave. Può essere visto come una rete; i documenti ne costituiscono i nodi. La caratteristica principale di un ipertesto è che la lettura può svolgersi in maniera non lineare: qualsiasi documento della rete può essere “il successivo”, in base alla scelta del lettore di quale parola chiave usare come collegamento. È possibile, infatti, leggere all’interno di un ipertesto tutti i documenti collegati alla relativa parola chiave marcata. La scelta di una parola chiave diversa porta all’apertura di un documento diverso: all’interno dell’ipertesto sono possibili praticamente infiniti percorsi di lettura.
Dopo la nascita del World Wide Web (1993) l’ipertesto ha avuto un notevolissimo sviluppo. Tutto il web, infatti, è stato concepito dal suo inventore, l’inglese Tim Berners-Lee, come un ipertesto globale in cui tutti i siti mondiali possono essere consultati da tutti. La pagina web è il singolo documento e la “navigazione” è il passaggio da un sito all’altro tramite i “link” (ma anche da una pagina all’altra dello stesso sito o in un’altra parte della stessa pagina). L’interfaccia per visualizzare i siti web (e le pagine ipertestuali contenute) è il browser.
https://it.wikipedia.org/wiki/Ipertesto
Suggestioni
Il tema del libro sta diventando di grande attualità.
Tim Berners Lee, l’ideatore del Web è estremamente preoccupato e i motivi sono gli stessi illustrati nel libro: una scarsa conoscenza del Web che porta a confonderlo con le principali aziende private di intermediazione.
https://www.agi.it/economia/internetfallendo_web_tim_berners_lee-3052779/news/2017-11-16/
L’incapacità di collegare contenuti di valore porta a replicare notizie, indipendentemente dal valore che contengono.
Il web si riempie di contenuti a volocità incredibili e se, come sta succedendo, la parte più importante di questi contenuti si trova all’interno di contenutori privati come Facebook, o ordinata secondo algoritmi privati come Google Search, ecco che l’aumento del volume porta vantaggio solo a chi possiede questi strumenti.
Nel libro si parla della “forma del Web”, teorizzata da alcuni ricercatori come quella di una caramella: nella parte centrale si trovano i siti ben connessi tra di loro, nella parte esterna siti poco connessi che formano le ali, dell’involucro.
Il Web non ha una forma omogenea, oltre a cambiare di continuo è composto da grappoli di siti, un po’ come accade nelle galassie con le stelle o come le zone di una città organizzate in quartieri tematici. Conoscere come muoversi nella zona giusta permette di raccogliere più velocemente informazioni di valore da diverse fonti.
Il Web però è soprattutto uno strumento editoriale. Da l’opportunità a chiunque sia connesso di mostrare contenuti a chiunque altro sia connesso. L’economia e i rapporti sociali stanno ancora subendo la fase iniziare di un cambiamento iniziato 30 anni fa e probabilmente ancora in stato larvale. Se il Web non viene usato “bene” (cosa significhi bene è spiegato nel libro) e quindi in sostanza se non c’è coscienza di cosa sia realmente o di come vada usato, il Web finisce inevitabilmente per prendere la “forma” di altri media. Dove ci sono dei punti di snodo\censura, dove esistono monopoli che detengono la distribuzione e scelgono a chi dare valore.
La cosa paradossale è che conoscere il Web richiede meno di una giornata di impegno, purchè non si venga traviati da insegnamenti, sempre più comuni nei linguaggi dei GURU della Rete, che confondono il dito con la Luna. Ti insegnano a raccogliere clienti con Facebook, ma non sanno neanche loro cosa sia in realtà Facebook. Ti svelano i segreti dell’indicizzazione di Google, quando Google contiene meno del 10% dell’intero contenuto disponibile sul Web.
Manca un tessuto culturale minimo nelle scuole e nelle famiglie (così come nelle istituzioni) che faccia da rete o salvagente per le nuove generazioni e permetta loro di sfruttare a proprio vantaggio lo strumento più potente che l’umanità abbia generato. Il Web è infatti del tutto assimilabile al fuoco, alla scrittura, alla ruota. Se per usare queste tecnologie dobbiamo studiare o al limite osservare con curiosa volontà come sono contestualizzate, nel Web è talmente facile iniziare ad interagire che poi non ci si ferma più a valutare e misurare quanto fatto.
Fare poco sforzo (o nullo) per mettere in rete, idee contenuti e condividere quelle di altri, sta portando a svilire i contenuti stessi.
Due dei più grandi problemi che riscontriamo oggi: Fake News e Ignoranza al potere, causate dalla facilità con cui emergere in alcuni contesti online, non si possono sconfiggere con multe o barriere protettive.
Per le Fake news infatti, se il 99,9% dei contenuti di Facebook non sono di alcun valore, è facilissimo per una notizia falsa infilarsi in questa palude e non farsi trovare prima che sia troppo tardi. Il problema quindi non lo si risolve filtrando, ma evitando di inserire contenuti inutili, evitare di copia-incollare qualsiasi cosa, producendo meno e concentrandosi maggiormente sulla qualità e sulla capacità del Web di COLLEGARE pezzi di contenuti distribuiti.
L’ignoranza al potere che sembra emergere dal Web è quella che porta chiunque a dibattere con chiunque su qualsiasi contesto. Casalinghe che criticano pareri medici, pensionati che dibattono sulla costruzione di ponti (beh forse gli umarells ne sanno di più di certi progettisti con l’esperienza fatta in cantiere), studenti al primo anno di legge che impongono la propria falsa scienza verso avvocati esperti. Un gran casino, figlio della subcultura del “gratis”. Eppure la caratteristica principale del Web, la sua misurabilità figlia del media digitale (Internet) su cui si muove, dovrebbe farci riflettere sul perchè sia tutto gratis, il motivo è che siamo noi i prodotti che vengono venduti e scambiati. Le cose che pubblichiamo ci definiscono e una volta definiti siamo i target ideali per qualsiasi azienda che cerca nuovi clienti.
E’ singolare che il Presidente degli Stati Uniti usi aziende private per comunicare, ma è ancora più singolare che lo faccia il Papa che su Twitter scrive in 20 lingue diverse. Siamo ormai completamente addormentati.
L’informazione più è strutturata e più è di valore. Il Web permette di connettere informazioni e il suo valore è completamente dipendente da come lo usiamo. Da questo punto di vista non posso che essere d’accordo con Tim Berners Lee. Sono molto preoccupato.
(testo di Davide Lugli, che ringrazio)